Arcidiocesi di Tours

Arcidiocesi di Tours
Archidioecesis Turonensis
Chiesa latina
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Blois, Bourges, Chartres, Orléans
 
Arcivescovo metropolitaVincent Alexandre Édouard Élie Jordy
Arcivescovi emeritiBernard-Nicolas Jean-Marie Aubertin, O.Cist.
Presbiteri99, di cui 80 secolari e 19 regolari
5.059 battezzati per presbitero
Religiosi25 uomini, 173 donne
Diaconi27 permanenti
 
Abitanti606.511
Battezzati500.900 (82,6% del totale)
StatoFrancia
Superficie6.127 km²
Parrocchie39
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSan Gaziano
Indirizzo13 rue des Ursulines, B.P. 41117, 37011 Tours CEDEX 1, France
Sito webdiocesedetours.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
Manuale
La basilica minore di San Martino.
La tomba di San Martino di Tours nell'omonima basilica, costruita nel XIX secolo sulle rovine dell'antica abbazia eretta nel V secolo.
L'episodio del taglio del mantello di san Martino, in un affresco di Simone Martini.
Immagine di San Gregorio di Tours in un sacramentario di Marmoutier ad uso della Chiesa di Autun (metà del IX secolo).
L'ex abbazia di Marmoutier ospita oggi una scuola privata.
L'antico palazzo arcivescovile di Tours, oggi sede del museo delle Belle Arti.

L'arcidiocesi di Tours (in latino Archidioecesis Turonensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Francia. Nel 2020 contava 500.900 battezzati su 606.511 abitanti. È retta dall'arcivescovo Vincent Alexandre Édouard Élie Jordy.

Territorio

L'arcidiocesi corrisponde al dipartimento francese dell'Indre et Loire.

Sede arcivescovile è la città di Tours, dove si trovano la cattedrale di San Gaziano e la basilica minore di San Martino, che ospita la tomba del santo.

Il territorio si estende su 6.127 km² ed è suddiviso in 39 parrocchie, raggruppate in 7 decanati: Tours centro, Tours nord, Tours sud, Amboise, Château-la-Vallière, Chinon e Loches.

Provincia ecclesiastica

Dal 2002 la provincia ecclesiastica di Tours comprende le seguenti suffraganee:

Storia

La diocesi di Tours fu eretta nel III secolo. Il primo vescovo, documentato da san Gregorio, fu san Gaziano (Saint Gatien), vissuto nella seconda metà del secolo. La testimonianza di san Gregorio permette di ricostruire una ininterrotta serie episcopale fin dai primordi della fondazione della diocesi; tra i vescovi si ricordano alcuni santi entrati nella tradizione universale del cattolicesimo, come per esempio san Martino o lo stesso san Gregorio, noto in particolare per la sua fondamentale Historia Francorum.

Caesarodunum, capitale del popolo celtico dei Turoni, era una civitas e capitale della provincia romana della Gallia Lugdunense terza, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[1] Dal punto di vista religioso, come di quello civile, Tours divenne la sede metropolitana e la provincia ecclesiastica, come quella civile, comprendeva le seguenti diocesi suffraganee: Mans, Rennes, Angers, Nantes, Quimper (dioecesis Coriosolitum o Coriosopitum), Vannes e Léon (dioecesis Osismorum).

Secondo Louis Duchesne[2], la provincia ecclesiastica di Tours è già attestata con certezza e funzionante fin dalla metà del V secolo; in particolare gli otto vescovi della provincia si ritrovano assieme ai concili di Angers del 453 e a quello di Vannes del 465 circa. Dopo la conquista bretone della Bretagna e le fondazioni di Nominoë (IX secolo), la provincia ecclesiastica turonese si ingrandì con le diocesi di Dol, di Saint-Brieuc, di Tréguier e di Aleth (poi Saint-Malo).

A partire dal IX secolo l'autorità del metropolita di Tours è stata messa in crisi dai tentativi dei re bretoni di creare una autonoma provincia ecclesiastica della Bretagna con l'erezione di Dol ad arcidiocesi. I conflitti di giurisdizione durarono fino alla fine del XII secolo, quando, con la bolla Licet primum del 1º giugno 1199, papa Innocenzo III stabilì definitivamente che solo Tours era sede metropolitana e che tutte le diocesi bretoni ne dipendevano.

Il capitolo di Tours è il più antico capitolo di Francia e risale all'episcopato di san Baudino, a metà del VI secolo.

Durante il Medioevo la sede di Tours ebbe grande prestigio e in una lettera a Carlo il Calvo papa Adriano II la considerò la seconda più importante diocesi francese. Questo prestigio si doveva soprattutto alla presenza della basilica di San Martino, un centro religioso di primaria importanza, attorno al quale già prima della metà del VI secolo era sorto un monastero benedettino. Alcuino, vissuto a cavallo tra l'VIII e il IX secolo istituì una scuola, che copiò e tramandò antichi manoscritti sacri e profani.

A Tours si tennero nel Medioevo importanti concili regionali. Il primo di cui si a memoria è quello celebrato nel mese di novembre del 461, al quale parteciparono non solo alcuni vescovi della Lugdunense terza, ma anche altri vescovi che si erano recati a Tours per la festa di San Martino, tra cui Leone di Bourges e Germano di Rouen.[3] Altri concili si celebrarono nel 567, nel 755 (dove fu raccomandato di fissare l'inizio dell'anno secondo il calendario a Pasqua), nell'813, nel 1055 e nel 1163. Ben presto le decisioni dei concili di Tours divennero autorevoli in tutta la Francia ed entrarono a far parte dei libri canonum, che erano alla base del diritto canonico della Chiesa.[4]

A metà del IX secolo l'invasione normanna segnò una crisi nella vita dell'arcidiocesi. Il corpo di san Martino fu trasferito ad Auxerre nell'853 e per ottenerne la restituzione nell'884 fu inviato un esercito di 6000 uomini. L'abbazia di San Martino ebbe dall'845 abati laici, in quanto il titolo abbaziale fu assunto ereditariamente dai duchi di Francia, che con Ugo Capeto nel 987 divennero re.

Nel 1096 il pellegrinaggio alla tomba di san Martino compiuto da papa Urbano II fu il primo di una lunga serie di pellegrinaggi papali che continuò nel XII secolo: Pasquale II nel 1107, Callisto II nel 1119, Innocenzo II nel 1130 e Alessandro III nel 1163 giunsero tutti a Tours per venerare le reliquie. Fu a Tours che Alessandro III scomunicò l'antipapa Vittore IV.

A partire dal 1170, con l'arcivescovo Joscion, è stata intrapresa la costruzione della cattedrale gotica, dedicata a San Gaziano nel 1356, che fu ultimata nel 1547.

Un'altra importante abbazia di Tours fu quella di Marmoutier, costruita da san Martino appena fuori dalla città, presso le grotte in cui san Gaziano aveva già celebrato la Messa. L'abbazia fu devastata dai Normanni, che uccisero 120 dei 140 monaci. Successivamente l'abbazia risorse, tanto da avere nell'XI secolo 101 succursali, di cui 10 in Inghilterra.

Nel 1562 l'abbazia di Marmoutier fu saccheggiata dagli Ugonotti, che nello stesso anno bruciarono anche le reliquie di san Martino conservate nell'omonima basilica. Si conservano solo parte del cranio e un braccio.

Durante la rivoluzione l'abbazia di San Martino fu distrutta quasi interamente, ma fu ricostruita nel XIX secolo per impulso dell'arcivescovo cardinale Guillaume-René Meignan.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la metropolia di Tours fu ridotta per la soppressione delle diocesi di Dol, Saint-Pol-de-Léon, Saint-Malo e Tréguier. Nel 1855 la nuova diocesi di Laval divenne suffraganea di Tours. Un'ulteriore diminuzione della provincia ecclesiastica di Tours avvenne nel 1859, quando Rennes fu eretta a sede metropolitana, sottraendo a Tours le diocesi bretoni di Vannes, Quimper e Saint-Brieuc.

In seguito alla riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche francesi, dall'8 dicembre 2002 la metropolia turonese è stata completamente stravolta, assegnando alla provincia ecclesiastica sedi diocesane che mai, nella storia di Tours, erano state sue suffraganee.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. L'arcidiocesi di Tours conserva il più antico catalogo episcopale della cristianità dopo il Liber pontificalis della Chiesa di Roma[5], ed è quello redatto da san Gregorio nell'ultimo capitolo della sua Historia Francorum (scritto nel 594). Diversi sono i cataloghi episcopali che proseguono quello di Gregorio, e che si è soliti distinguere in due serie: quelli che riportano gli anni (e a volte i mesi e i giorni) di episcopato (e a volte gli anni e/o i mesi di vacanza della sede); e quelli che riportano la semplice lista episcopale senza dati cronologici. In alcuni casi, i cataloghi con le cifre manifestano evidenti anacronismi, dovuti ad errori di copiatura da parte di qualche amanuense medievale.

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 606.511 persone contava 500.900 battezzati, corrispondenti all'82,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 274.620 350.000 78,5 341 321 20 805 40 1.004 295
1970 ? 436.124 ? 321 273 48 ? 71 1.054 296
1980 423.030 486.884 86,9 264 218 46 1.602 1 67 805 300
1990 453.000 520.000 87,1 217 171 46 2.087 9 62 720 300
1999 436.400 545.500 80,0 181 144 37 2.411 15 45 523 82
2000 426.023 568.031 75,0 180 144 36 2.366 15 43 501 81
2001 414.662 568.031 73,0 171 141 30 2.424 15 38 485 77
2002 420.042 554.345 75,8 165 133 32 2.545 14 41 489 77
2003 385.030 554.003 69,5 152 126 26 2.533 16 35 449 77
2004 347.456 560.413 62,0 143 122 21 2.429 16 29 429 76
2010 503.000 597.724 84,2 117 102 15 4.299 21 20 387 44
2014 501.600 607.000 82,6 118 88 30 4.250 27 33 331 41
2017 498.800 604.000 82,6 101 79 22 4.938 24 26 223 39
2020 500.900 606.511 82,6 99 80 19 5.059 27 25 173 39

Note

  1. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive., I, p. 555. Nel periodo tardo-imperiale le civitates venivano abitualmente identificate e nominate con il nome del popolo di appartenenza: così Caesarodunum divenne la civitas Turonorum, da cui trae origine l'odierno toponimo.
  2. ^ Fastes épiscopaux, pp. 245-250.
  3. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux, pp. 247-248.
  4. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux, p. 249.
  5. ^ Duchesne, Fastes épiscopaux, p. 283.
  6. ^ Duchesne ammette come data di consacrazione il 4 luglio 372 e come data di decesso l'8 novembre 397.
  7. ^ Dopo 33 anni di episcopato Brizio fu accusato da alcuni dei suoi molti nemici di aver resa incinta una religiosa addetta al suo servizio e fu costretto a lasciare non solo la cattedra ma anche la città. Fu sostituito da Giustiniano. Rifugiatosi a Roma, riuscì a dimostrare la sua innocenza e rientrò a Tours ove, alla morte del suo ultimo successore Armenzio, fu reinsediato nella cattedra episcopale. Cfr: Santi, beati e testimoni - San Brizio di Tours; Gregory of Tours, History of the Franks, Book II Chap.1
  8. ^ Prese parte al concilio di Angers del 453.
  9. ^ Si fece rappresentare al concilio di Agde del 506. Licinio era certamente vescovo nel 508 quando Clodoveo I passò da Tours di ritorno dall'Aquitania; ciò implica che in questo punto la cronologia di Gregorio (che assegna a Vero 11 anni e 2 mesi di governo) deve essere ridotta di almeno due anni.
  10. ^ Occupò la sede di Tours per dodici anni e due mesi; deve essere morto tra il 519 e il 520.
  11. ^ Nel catalogo finale, Gregorio assegna loro due anni di episcopato, mentre nella Historia gli anni sono 3.
  12. ^ Secondo quando racconta nella Historia, Difinius succedette direttamente a Licinio, mentre nel catalogo finale è preceduto dal governo congiunto di Teodoro e Procolo. Pontificò per dieci mesi.
  13. ^ Divenne vescovo all'epoca del re Clodomiro (511-524); secondo la Historia di Gregorio governò per 3 anni, mentre nel catalogo finale della medesima Historia gli sono assegnati 4 anni e 5 mesi di episcopato.
  14. ^ Governò la Chiesa di Tours per sei o sette mesi.
  15. ^ Governò per due anni e sei mesi; morì la notte di Natale.
  16. ^ Domesticus e referendarius del re Clotario I, il suo episcopato durò cinque anni e dieci mesi.
  17. ^ Governò la Chiesa di Tours per due anni e dieci mesi.
  18. ^ La vacanza della sede durò 1 anno.
  19. ^ Convocò e presidiò il concilio di Tours di novembre 567. Governò per 17 anni (Gregorio non indica però i mesi di episcopato).
  20. ^ Secondo Duchesne morì nel 594.
  21. ^ Le cronologie da Leopacario e Giuseppe I († 815) sono quelle tradizionali, calcolate in base agli anni di episcopato attribuiti a ciascun vescovo dagli antichi cataloghi. Pochi sono i documenti storici per questo periodo (VII-VIII secolo) e molti vescovi sono noti solo per la loro presenza nei cataloghi episcopali; per cui le date qui indicate sono per lo più ipotetiche e hanno un valore puramente indicativo.
  22. ^ Menzionato nel marzo 616.
  23. ^ A partire da Landranno I, i numerosi documenti storici aiutano a confermare e, nel caso, a correggere le cronologie riportate dai cataloghi.
  24. ^ Un diploma di Carlo il Calvo menziona l'arcivescovo Amalrico a giugno 849; ma questa data deve essere errata (Duchesne, Les anciens catalogues, p. 30), perché Landranno II è ancora sulla sede di Tours nel mese di novembre dello stesso anno.
  25. ^ Secondo Duchesne (Les anciens catalogues, p. 33), il vescovo Barthelemy de Faye si incontra già in un documento del 15 agosto 1052, cosa che creerebbe problemi di cronologia nel catalogo.
  26. ^ Il 3 aprile 1775 venne nominato arcivescovo di Cambrai.
  27. ^ Nominato arcivescovo titolare di Apamea di Siria.

Bibliografia

  • (EN) Archdiocese of Tours, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  • (LA) Jean-Barthélemy Hauréau, Gallia christiana, vol. XIV, Parigi, 1856, coll. 1-337
  • (FR) Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. II, Paris, 1910, pp. 283–312
  • (FR) Louis Duchesne, Les anciens catalogues épiscopaux de la province de Tours, Paris, 1890, pp. 9–34
  • (FR) Casimir Chevalier, Les origines de l'Eglise de Tours d'après l'histoire, Mémoires de la Société archéologique de Touraine, Tours, 1871
  • (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, 1931, pp. 639–641
  • (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 503; vol. 2, p. 258; vol. 3, p. 321; vol. 4, p. 350; vol. 5, p. 395; vol. 6, p. 422
  • (LA) Bolla Licet primum, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, Vol. III, pp. 143–151
  • (LA) Bolla Qui Christi Domini, in Bullarii romani continuatio, Tomo XI, Romae, 1845, pp. 245–249

Voci correlate

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su arcidiocesi di Tours

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN) 268926276 · LCCN (EN) nb2011001588 · BNF (FR) cb12385907q (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nb2011001588
  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi