Teorema di Morley

Il teorema di Morley afferma che se ogni angolo del triangolo viene diviso in tre parti uguali da due trisettrici, allora il triangolo in viola è un triangolo equilatero.

In geometria, il teorema di Morley stabilisce che i punti di intersezione delle coppie di trisettrici degli angoli adiacenti allo stesso lato di un qualsiasi triangolo, sono i vertici di un triangolo equilatero,[1] chiamato "primo triangolo di Morley" o più semplicemente "triangolo di Morley". Tale teorema fu enunciato per la prima volta nel 1899 dal matematico anglo-americano Frank Morley. Il teorema, chiamato anche "miracolo di Morley", per la sua generalità e semplicità, è stato oggetto poi di varie generalizzazioni, una delle quali mostra in particolare che, se tutte le trisecanti si intersecano, si ottengono altri quattro triangoli equilateri.
Il teorema di Morley è valido solo nell'ambito della geometria euclidea e non sussiste quindi né in quella sferica né in quella iperbolica.[2]

Dimostrazioni

Esistono molte dimostrazioni del teorema di Morley che utilizzano tecniche che vanno dalla geometria elementare, come nel caso della dimostrazione data da John Conway, in cui, a partire da un triangolo equilatero, si costruisce un altro triangolo che, alla fine, si può rendere simile a un triangolo qualsiasi (e il triangolo equilatero di partenza costituisce il suo triangolo di Morley),[3][4] all'uso della trigonometria, all'utilizzo dei numeri complessi.[5][6]

Dimostrazione trigonometrica

Fig 1.   Dimostrazione elementare del teorema di Morley.

Una delle dimostrazioni che si avvalgono della trigonometria parte dalla seguente identità:

sin ( 3 θ ) = 4 sin θ sin ( 60 + θ ) sin ( 120 + θ ) {\displaystyle \sin(3\theta )=4\sin \theta \sin(60^{\circ }+\theta )\sin(120^{\circ }+\theta )}

 

 

 

 

[1]


che, applicando la formula di addizione del seno, si può dimostrare essere uguale a quest'altra identità:

sin ( 3 θ ) = 4 sin 3 θ + 3 sin θ . {\displaystyle \sin(3\theta )=-4\sin ^{3}\theta +3\sin \theta .}

La quale a sua volta può essere verificata applicando due volte la formula di addizione del seno al primo membro e poi utilizzando la formula : cos 2 θ = 1 sin 2 θ {\displaystyle \cos ^{2}\theta =1-\sin ^{2}\theta } per sostituire la funzione coseno.

Osservando la figura 1, si vede che sul lato B C ¯ {\displaystyle {\overline {BC}}} sono stati presi i punti D , E , F {\displaystyle D,E,F} , e che, dato che la somma degli angoli interni di ogni triangolo è 180°, 3 α + 3 β + 3 γ = 180 {\displaystyle 3\alpha +3\beta +3\gamma =180^{\circ }} , da cui α + β + γ = 60 . {\displaystyle \alpha +\beta +\gamma =60^{\circ }.} Da questo consegue che gli angoli del triangolo X E F {\displaystyle XEF} sono α , ( 60 + β ) , {\displaystyle \alpha ,(60^{\circ }+\beta ),} e ( 60 + γ ) . {\displaystyle (60^{\circ }+\gamma ).}

Dalla figura 1 si vede anche che:

sin ( 60 + β ) = D X ¯ X E ¯ {\displaystyle \sin(60^{\circ }+\beta )={\frac {\overline {DX}}{\overline {XE}}}}

 

 

 

 

[2]


e

sin ( 60 + γ ) = D X ¯ X F ¯ . {\displaystyle \sin(60^{\circ }+\gamma )={\frac {\overline {DX}}{\overline {XF}}}.}

 

 

 

 

[3]


Inoltre,

A Y C ^ = 180 α γ = 120 + β {\displaystyle {\hat {AYC}}=180^{\circ }-\alpha -\gamma =120^{\circ }+\beta }

e

A Z B ^ = 120 + γ . {\displaystyle {\hat {AZB}}=120^{\circ }+\gamma .}

 

 

 

 

[4]


Applicando il teorema dei seni ai triangoli A Y C {\displaystyle AYC} e A Z B {\displaystyle AZB} si ottiene

sin ( 120 + β ) = A C ¯ A Y ¯ sin γ {\displaystyle \sin(120^{\circ }+\beta )={\frac {\overline {AC}}{\overline {AY}}}\sin \gamma }

 

 

 

 

[5]


e

sin ( 120 + γ ) = A B ¯ A Z ¯ sin β . {\displaystyle \sin(120^{\circ }+\gamma )={\frac {\overline {AB}}{\overline {AZ}}}\sin \beta .}

 

 

 

 

[6]


L'altezza del triangolo A B C {\displaystyle ABC} può essere espressa, utilizzando l'equazione [1] per sostituire sin ( 3 β ) {\displaystyle \sin(3\beta )} e sin ( 3 γ ) {\displaystyle \sin(3\gamma )} , in due modi:

h = A B ¯ sin ( 3 β ) = A B ¯ 4 sin β sin ( 60 + β ) sin ( 120 + β ) {\displaystyle h={\overline {AB}}\sin(3\beta )={\overline {AB}}\cdot 4\sin \beta \sin(60^{\circ }+\beta )\sin(120^{\circ }+\beta )}

e

h = A C ¯ sin ( 3 γ ) = A C ¯ 4 sin γ sin ( 60 + γ ) sin ( 120 + γ ) . {\displaystyle h={\overline {AC}}\sin(3\gamma )={\overline {AC}}\cdot 4\sin \gamma \sin(60^{\circ }+\gamma )\sin(120^{\circ }+\gamma ).}

Utilizzando ora le equazioni [2] e [5] nell'equazione della β {\displaystyle \beta } e le equazioni [3] e [6] in quella della γ {\displaystyle \gamma } , si ottiene:

h = 4 A B ¯ sin β D X ¯ X E ¯ A C ¯ A Y ¯ sin γ {\displaystyle h=4{\overline {AB}}\sin \beta \cdot {\frac {\overline {DX}}{\overline {XE}}}\cdot {\frac {\overline {AC}}{\overline {AY}}}\sin \gamma }

e

h = 4 A C ¯ sin γ D X ¯ X F ¯ A B ¯ A Z ¯ sin β {\displaystyle h=4{\overline {AC}}\sin \gamma \cdot {\frac {\overline {DX}}{\overline {XF}}}\cdot {\frac {\overline {AB}}{\overline {AZ}}}\sin \beta }

Poiché i numeratori sono uguali:

X E ¯ A Y ¯ = X F ¯ A Z ¯ {\displaystyle {\overline {XE}}\cdot {\overline {AY}}={\overline {XF}}\cdot {\overline {AZ}}}

o

X E ¯ X F ¯ = A Z ¯ A Y ¯ . {\displaystyle {\frac {\overline {XE}}{\overline {XF}}}={\frac {\overline {AZ}}{\overline {AY}}}.}

Poiché l'angolo E X F {\displaystyle EXF} e l'angolo Z A Y {\displaystyle ZAY} sono congruenti e i lati che formano questi angoli sono proporzionali, allora i triangoli X E F {\displaystyle XEF} e A Z Y {\displaystyle AZY} sono simili.

Ne consegue quindi che gli angoli A Y Z {\displaystyle AYZ} e X F E {\displaystyle XFE} sono congruenti e uguali a ( 60 + γ ) {\displaystyle (60^{\circ }+\gamma )} , mentre gli angoli A Z Y {\displaystyle AZY} e X E F {\displaystyle XEF} sono congruenti e uguali a ( 60 + β ) . {\displaystyle (60^{\circ }+\beta ).} Allo stesso modo si possono ricavare gli angoli alla base per i triangoli B X Z {\displaystyle BXZ} e C Y X . {\displaystyle CYX.}

In particolare si trova che l'angolo B Z X {\displaystyle BZX} è pari a ( 60 + α ) {\displaystyle (60^{\circ }+\alpha )} e, sempre dalla figura 1, si vede che:

A Z Y ^ + A Z B ^ + B Z X ^ + X Z Y ^ = 360 . {\displaystyle {\hat {AZY}}+{\hat {AZB}}+{\hat {BZX}}+{\hat {XZY}}=360^{\circ }.}

Sostituendo in base a quanto sopra detto e utilizzando l'equazione [4] per l'angolo A Z B {\displaystyle AZB} si ottiene:

( 60 + β ) + ( 120 + γ ) + ( 60 + α ) + X Z Y ^ = 360 {\displaystyle (60^{\circ }+\beta )+(120^{\circ }+\gamma )+(60^{\circ }+\alpha )+{\hat {XZY}}=360^{\circ }}

e quindi:

X Z Y ^ = 60 . {\displaystyle {\hat {XZY}}=60^{\circ }.}

Allo stesso modo si trova che anche gli altri due angoli del triangolo X Y Z {\displaystyle XYZ} hanno un valore di 60 {\displaystyle 60^{\circ }} e quindi che il triangolo X Y Z {\displaystyle XYZ} è un triangolo equilatero.

Lato e area

Il primo triangolo di Morley ha lati di lunghezza pari a:[7]

a = b = c = 8 R sin ( A / 3 ) sin ( B / 3 ) sin ( C / 3 ) , {\displaystyle a^{\prime }=b^{\prime }=c^{\prime }=8R\sin(A/3)\sin(B/3)\sin(C/3),\,}

dove R è il circumraggio del triangolo di partenza e A ^ , B ^ {\displaystyle {\hat {A}},{\hat {B}}} e C ^ {\displaystyle {\hat {C}}} sono gli angoli di tale triangolo. Poiché l'area di un triangolo equilatero è espressa dalla formula 3 4 a 2 , {\displaystyle {\tfrac {\sqrt {3}}{4}}a'^{2},} l'area del triangolo di Morley può essere espressa come:

Area = 16 3 R 2 sin 2 ( A / 3 ) sin 2 ( B / 3 ) sin 2 ( C / 3 ) . {\displaystyle {\text{Area}}=16{\sqrt {3}}R^{2}\sin ^{2}(A/3)\sin ^{2}(B/3)\sin ^{2}(C/3).}

Triangoli di Morley

Questa figura mostra i 18 triangoli di Morley di un dato triangolo ABC. Le sei coppie di trisecanti presenti ai tre angoli del triangolo sono disegnate e colorate in modo tale che le intersezioni di due secanti dello stesso colore identifichino 27 punti giacenti su 9 diversi segmenti, ognuno dei quali contiene 6 punti di intersezione, con tali segmenti che sono tra loro o paralleli o che formano un angolo di 60°.

Il teorema di Morley implica l'esistenza di 18 triangoli equilateri. Il triangolo sopra descritto nel teorema, chiamato primo triangolo di Morley, ha i vertici che, in coordinate trilineari relative al triangolo ABC, sono espressi come:

A-vertice = 1 : 2 cos(C/3) : 2 cos(B/3)
B-vertice = 2 cos(C/3) : 1 : 2 cos(A/3)
C-vertice = 2 cos(B/3) : 2 cos(A/3) : 1

Un altro dei triangoli equilateri di Morley, anch'esso un triangolo centrale, chiamato secondo triangolo di Morley ha invece i vertici espressi come:

A-vertice = 1 : 2 cos(C/3 − 2π/3) : 2 cos(B/3 − 2π/3)
B-vertice = 2 cos(C/3 − 2π/3) : 1 : 2 cos(A/3 − 2π/3)
C-vertice = 2 cos(B/3 − 2π/3) : 2 cos(A/3 − 2π/3) : 1

Il terzo dei 18 triangoli equilateri di Morley, anch'esso un triangolo centrale, chiamato terzo triangolo di Morley è dato dai seguenti vertici:

A-vertice = 1 : 2 cos(C/3 − 4π/3) : 2 cos(B/3 − 4π/3)
B-vertice = 2 cos(C/3 − 4π/3) : 1 : 2 cos(A/3 − 4π/3)
C-vertice = 2 cos(B/3 − 4π/3) : 2 cos(A/3 − 4π/3) : 1

I tre triangoli sopra descritti formano tra loro coppie omotetiche. Un altro triangolo a loro omotetico è formato da tre punti X presenti sulla circumcirconferenza del triangolo ABC e tali per cui la linea XX −1 è tangente al circumcerchio, dove X −1 denota il coniugato isogonale di X. Tale triangolo equilatero, chiamato triangolo circumtangenziale, ha i seguenti vertici:

A-vertice = csc(C/3 − B/3) : csc(B/3 + 2C/3) : −csc(C/3 + 2B/3)
B-vertice = −csc(A/3 + 2C/3) : csc(A/3 − C/3) : csc(C/3 + 2A/3)
C-vertice = csc(A/3 + 2B/3) : −csc(B/3 + 2A/3) : csc(B/3 − A/3)

Un quinto triangolo equilatero, anch'esso omotetico agli altri, si ottiene ruotando il triangolo circumtangenziale di ?/6 attorno al suo centro. Chiamato triangolo circumnormale, i suoi vertici possono essere espressi come:

A-vertice = sec(C/3 − B/3) : −sec(B/3 + 2C/3) : −sec(C/3 + 2B/3)
B-vertice = −sec(A/3 + 2C/3) : sec(A/3 − C/3) : −sec(C/3 + 2A/3)
C-vertice = −sec(A/3 + 2B/3) : −sec(B/3 + 2A/3) : sec(B/3 − A/3)

Attraverso un'operazione chiamata "extraversione" si può ottenere ognuno dei 18 triangoli di Morley da ognuno degli altri 18. Inoltre, ogni triangolo può essere "extravertito" in tre diversi modi, e i 18 triangoli di Morley assieme alle 27 coppie di triangoli extravertiti, formati i 18 vertici e le 27 facce di un grafo di Pappo.[8]

Centri dei triangoli

Il baricentro del primo triangolo di Morley in coordinate trilineari è espresso come:

Centro di Morley = X(356) = cos(A/3) + 2 cos(B/3)cos(C/3) : cos(B/3) + 2 cos(C/3)cos(A/3) : cos(C/3) + 2 cos(A/3)cos(B/3).

Il primo triangolo di Morley è omologo al triangolo ABC:[9] le linee che connettono un vertice del triangolo di partenza con il vertice opposto del triangolo di Morley si incontrano nel punto:

Primo centro di Morley–Taylor–Marr = X(357) = sec(A/3) : sec(B/3) : sec(C/3).

Note

  1. ^ Il teorema di Morley, su lorenzoroi.net, Lorenzo Roi. URL consultato il 13 maggio 2020.
  2. ^ Morley's Theorem in Spherical Geometry, su lienhard-wimmer.com, Lienhard Wimmer, 25 gennaio 2008. URL consultato il 13 maggio 2020.
  3. ^ Alexander Bogomolny, J. Conway's proof, su cut-the-knot.org, Cut-the-knot. URL consultato il 13 maggio 2020.
  4. ^ Renato Betti, Il miracolo di Morley e altre regolarità dei triangoli, su matematica.unibocconi.it, Università commerciale Luigi Bocconi. URL consultato il 13 maggio 2020.
  5. ^ Alexander Bogomolny, Morley's Miracle, su cut-the-knot.org, Cut-the-knot. URL consultato il 13 maggio 2020.
  6. ^ Piano complesso e teorema di Morley (PDF), Università degli Studi di Padova. URL consultato il 13 maggio 2020.
  7. ^ Eric W. Weisstein, First Morley Triangle, su MathWorld. URL consultato il 13 maggio 2020.
  8. ^ Richard K. Guy, The lighthouse theorem, Morley & Malfatti—a budget of paradoxes (PDF), in American Mathematical Monthly, vol. 114, n. 2, 2007, pp. 97-141, JSTOR 27642143. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2010).
  9. ^ M. D. Fox e J. R. Goggins, Morley's diagram generalised, in Mathematical Gazette, n. 87, Novembre 2003, pp. 453-467.

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Collegamenti esterni

  • (EN) Eric W. Weisstein, Teorema di Morley, su MathWorld, Wolfram Research. Modifica su Wikidata
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