Attentato all'oleodotto della SIOT

Attentato all'oleodotto della SIOT
attentato
immagine aerea della zona
Tipoattentato
Data4 agosto 1972
h. 3:15 am
LuogoSan Dorligo della Valle
StatoBandiera dell'Italia Italia
Obiettivocisterne: 44; 11; 54; 21; 55
dell'Oleodotto Transalpino Trieste-Ingolstadt
ResponsabiliSettembre Nero:
• Mohamed Boudia
• Chabane Kadem
• Marie-Thérèse Lefebvre
• Dominique Jurilli
Motivazioneconflitto arabo-israeliano
Conseguenze
Feriti17
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L'attentato all'oleodotto della SIOT del 4 agosto 1972 fu un'azione terroristica perpetrata contro i serbatoi di stoccaggio del petrolio greggio situati presso la località di Mattonaia, a San Dorligo della Valle (TS).

Storia

Serbatoi in fiamme a Mattonaia di San Dorligo della Valle
Gli incendi delle cisterne ripresi da altra prospettiva

La prima delle cariche esplosive all'oleodotto transalpino che da Trieste pompa greggio sino ad Ingolstadt, in Baviera, brilla alle 03:15 del mattino ma, a causa dell'errato posizionamento della carica di tritolo sulla valvola della conduttura attraverso la quale passa il greggio proveniente dai pontili del vallone di Muggia ove attraccano le navi, il cilindro di contenimento del serbatoio n. 44, il più vicino alla città e contenente 31.531 di combustibile, regge all'esplosione.

Nel frattempo, udito il boato, vengono allertati i vigili del fuoco che giungono anche da altre località del Friuli Venezia Giulia e persino da Veneto e Lombardia. Alle 03:25 è la volta della cisterna n.11 con 69.000 m³ di liquido infiammabile, alle 03:30 salta pure il serbatoio n. 54, anch'esso con 69.000 m³ di prodotto e, immediatamente dopo, alle 03:16, tocca anche alla cisterna n. 21 con invece soli 1.534 m³ di petrolio[1]. A quel punto i tecnici della SIOT attuano il piano di emergenza iniziando a svuotare tutti i serbatoi di stoccaggio, pompando verso Ingolstadt più greggio possibile per evitare il pericolo di nuove esplosioni.

Tuttavia nel pomeriggio, per contagio, l'incendio coinvolge anche il serbatoio n. 55. Le fiamme sono alte 150 m e le colonne di fumo, visibili a centinaia di chilometri di distanza, raggiungono un'altezza di circa 6 km; fortunatamente solo l'assenza di bora, unita al bel tempo, impediscono un ulteriore propagarsi delle fiamme e il fenomeno delle piogge acide. Il 6 agosto 1972, con un dispaccio da Damasco, i fedayyin rivendicano l'attentato. Per domare gli incendi ci vorranno 4 giorni, e vanno in fumo circa 160.000 tonnellate di petrolio greggio[2][3].

Processi

In primo grado di giudizio, per tale azione, sono condannati, in contumacia, a 22 anni di carcere gli appartenenti e simpatizzanti di Settembre Nero: Mohamed Boudia (mente ed organizzatore del gruppo, in seguito ucciso il 28 giugno 1973 con una bomba posta sotto il sedile della sua auto, forse dal Mossad come obiettivo dell'operazione Ira di Dio) e Chabane Kadem, entrambi algerini, e le due "pasionarie" francesi Marie-Thérèse Lefebvre (l'autista del commando) e Dominique Jurilli (o Iurilli); la pena è stata poi ridotta in appello a soli 6 anni, derubricando l'accusa di tentata strage in quella di semplice incendio doloso e con l'assoluzione da quella di associazione per delinquere. Tuttavia nessuno di loro scontò mai nemmeno un solo giorno di carcere[4][5][6].

Conseguenze ambientali

L'esplosione e la combustione del petrolio provocarono notevoli problemi di inquinamento atmosferico. Inoltre, i terreni contaminati dalle fuoriuscite di greggio furono scavati e gettati nel Pozzo dei Colombi, una profonda grotta in località Basovizza, nel comune di Trieste, causando l'inquinamento del sottosuolo.

Note

  1. ^ Il serbatoio n. 21 aveva una capienza massima di da 50.000 tonnellate di greggio mentre il 44, l'11, il 54 e il 55 una capienza di 80.000 t.
  2. ^ Cfr. in Piero Rauber, Siot, a 40 anni dall’attentato Quell’inferno tra i tank, su "il Piccolo" del 2012.
  3. ^ Cfr. in Carlo d'Agostino, Il grande incendio del 1972: un attentato rimosso dalla storia, su "Ma se domani..." del 4 agosto 2015.
  4. ^ Cfr. a p. in Giuliano Sadar, Il grande fuoco – 4 agosto 1972: l’attentato all’oleodotto di Trieste, Trieste, MGS Press, 2015.
  5. ^ Cfr. in Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Reggio Emilia, Imprimatur, 2015.
  6. ^ Cfr. in Pietro Sprito, Alla fine nessun terrorista pagò per il “Grande fuoco” di Trieste, su "il Piccolo" del 19 aprile 2015.

Bibliografia

  • Archivio Corriere della Sera
  • Archivio de Il Messaggero
  • Archivio La Stampa Archiviato il 23 ottobre 2017 in Internet Archive.
  • AA. VV., Venti anni di violenza politica in Italia (1969-1988) Archiviato il 14 ottobre 2017 in Internet Archive., tomo I, 1ª parte (1969-1973), Roma, La Sapienza, 1992.
  • Vittorio Lojacono, I dossier di Settembre nero. Un quadro del problema arabo-israeliano attraverso uno dei suoi fenomeni più dramatici e sconvolgenti, Bergamo, Bietti, 1974.
  • Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Reggio Emilia, Imprimatur, 2015, ISBN 978-88-6830-132-3
  • Enzo Raisi, Bomba o non bomba. Alla ricerca ossessiva della verità, Bologna, Edizioni Minerva, 2012, ISBN 978-88-7381-444-3.
  • Giuliano Sadar, Il grande fuoco – 4 agosto 1972: l’attentato all’oleodotto di Trieste, Trieste, MGS Press, 2015, ISBN 978-88-97271-08-6.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • La prima strage di Fiumicino e il lodo Moro in "La Storia siamo noi"
  • Il lodo Moro - Argo 16 in "La Storia siamo noi"
  • Cronologia attentati arabo/palestinesi in Europa Archiviato l'11 ottobre 2017 in Internet Archive.
  • Cronologia - Fondazione Cipriani
  • Quando la fantasia supera la realtà
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